Un numero ridotto di società ha perfezionato l’iscrizione, entro i termini, alla 36^ edizione del Torneo delle Madonie di calcio. In considerazione dell’esiguo numero di squadre che avevano manifestato la propria intenzione di partecipazione, il CDA della Fondazione, ha ponderato l’ipotesi di far slittare la manifestazione alla seconda metà di agosto e nel contempo trasformarne la formula di svolgimento proponendo la Coppa Calcistica delle Madonie. Anche se i campionati federali terminano ogni anno appena all’inizio della primavera (generalmente nelle prime settimane di aprile), dirigenti e giocatori si sono detti però troppo esausti ed in parte demotivati ad affrontare un Torneo che nella stragrande maggioranza dei casi avrebbe significato una continuazione dell’attività fino ai primi di luglio. La Fondazione però, mentre continua a lavorare con insistenza sull’apertura del Museo, non butta la spugna e pensa di proporre alle società madonite, una Coppa delle Madonie mettendo sempre il palio il Trofeo del Presidente Sandro Morgana. La manifestazione in pratica verrebbe ridotta nella sua formula di svolgimento e trasformata in un Trofeo precampionato per le società che si appresterebbero a disputare i campionati invernali. In tal senso la Fondazione è già al lavoro per definire tempi (presumibilmente dal 23 agosto al 20 settembre) e formula di svolgimento. Fonte: petralianews |
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Primo premio alla classe quinta elementare di Fasanò (frazione di Petralia Soprana) con “I dieci comandamenti dello sport”.
Il 14 maggio, all’ex Convento dei Padri Riformati a Petralia Sottana, si è svolta la cerimonia di premiazione delle Scuole partecipanti al concorso “Progetto calcio cultura 2015", indetto dalla Fondazione “Torneo delle Madonie” in collaborazione con la L.N.D. - C.R. Sicilia e la Banca di Credito Cooperativo “San Giuseppe” di Petralia Sottana e rivolto alle classi quinte delle Scuole Primarie dei paesi delle Alte Madonie. Presenti alla premiazione: il Presidente della Fondazione Torneo delle Madonie Calogero Andolina, il vice Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Sandro Morgana, il sindaco di Petralia Sottana Santo Inguaggiato, il Direttore della Banca di Credito Cooperativo “San Giuseppe” Flavio Di Vita e l'Assessore comunale allo Sport Alessandro Valenza. Otto i paesi partecipanti al concorso: Bompietro, Blufi, Castellana Sicula, Gangi, Geraci, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa. Il concorso ha inteso “promuovere la cultura sportiva, come strumento di benessere e crescita, l’educazione dei valori, il rispetto delle regole e la socializzazione”, stimolando la creatività, la fantasia e la riflessione dei giovani frequentanti le classi quinte della Scuole elementari madonite. Molteplici e originali i lavori prodotti: elaborati, poesie, disegni, cartelloni, plastici. “I dieci comandamenti dello sport” si è classificato al primo posto e la classe quinta diFasanò (Frazione di Petralia Soprana) potrà assistere ad una partita della squadra del Palermo. Il secondo premio di 200 euro, in materiale didattico, è stato assegnato al disegno dell’alunno Luciano Agliata della classe quinta Elementare di Blufi. I terzi classificati, a pari merito, classe quinta“G. Vazzano” di Gangi e di Castellana Sicula hanno ricevuto in premio una maglietta originale del Palermo, con firma autografa di alcuni calciatori. Dal quarto posto in poi è stato assegnato un pallone da calcio autografato da alcuni giocatori del Palermo. Un’esperienza coinvolgente ed educativa nella condivisione di intenti tra la il “calcio e la cultura”, che ha contribuito all’arricchimento del percorso formativo dei giovani studenti, testimoniato dai lavori e dai prodotti realizzati. Fonte: ilcaleidoscopio.info Intervento del Presidente C.R. Sicilia Santino Lo Presti al convegno sul calcio dilettantistico18/5/2015 Buongiorno agli intervenuti e grazie agli organizzatori per avermi invitato a questo importante momento di riflessione sul calcio dilettantistico siciliano. Brevemente vorrei esporvi il mio pensiero sul calcio in generale, sul calcio dilettantistico con particolare attenzione a quello siciliano. Il calcio nel mondo ,e quindi anche in Italia , rappresenta lo sport più seguito e più importante, non solo sotto l’aspetto del coinvolgimento numerico delle persone ,ma anche per le risorse economiche che muove. In Italia è la quarta azienda e ciò dovrebbe determinare l’attenzione da parte degli operatori istituzionali e non . Spesso, invece , le istituzioni sono disattente e se ne interessano solo di fronte ad eventi negativi. Non c’è immagine migliore del calcio, anzi del sistema calcio, negli ultimi anni: una palla gira, corre senza fermarsi neanche davanti alla porta, neanche dentro la rete. Ma dov’è finito quell’immaginario collettivo legato alle notti magiche, quelle degli anni ’90, quelle del mondiale italiano, di Schillaci e di Baggio, quando il pallone e il gioco vincevano su tutto? Quando i tifosi si sentivano un tutt’uno con i giocatori in campo? Oggi il calcio corre, il calcio ha fretta, il calcio non si ferma davanti a niente. Gli è stata montata una macchina attorno, ed i suoi valori sembrano perdersi dietro a gestioni imprenditoriali, talvolta mal condotte, dietro al giro di denaro dei diritti televisivi, che non fanno altro che tenere le persone fuori dagli stadi, davanti alla televisione spesso in solitudine e in silenzio, assordate da rumori artatamente amplificati per creare un irreale contesto da stadio, ma in realtà sole, senza il senso di condivisione, di passione, che sono i veri motori di questo sport. Le immagini più ricorrenti alla tv sono i lanci di banane, di sassi contro i pullman, gli scontri tra tifosi, i cori razzisti e recentemente anche i colpi di pistola. Questo non è ammissibile, non rende giustizia al gioco. Di fronte alla violenza la massima rigidità è d’obbligo, ma non può bastare. Il problema è culturale, etico e non si può risolvere solo punendo. La sola repressione non risolve il problema della violenza nel calcio. Occorre infondere e diffondere la cultura sportiva che prevede tra i risultati possibili la” non vittoria” e non il successo sempre e a tutti i costi, ma occorre anche insegnare e agire correttamente perché i bambini imitano. Basta andare allo stadio e ci si accorge di come ogni gesto dei genitori venga subito ripetuto, così come ogni gesto o azione nella vita quotidiana. Dobbiamo stare attenti a non pensare che il male siano i tifosi, o parte di essi. I tifosi sono un patrimonio e senza di loro l’intero sistema crollerebbe. Immaginate stadi vuoti, senza cori, senza esultanze, senza nessuna partecipazione e senso di appartenenza: il calcio morirebbe. Ma quali sono le possibili soluzioni? Si può partire dall’alto, ma si può partire, e credo si debba partire, anche dal basso. Bisogna guardare alle comunità di riferimento, occorre colmare quel gap di distanza tra società e tifosi. La società moderna sta perdendo quel senso di comunità, di appartenenza e di partecipazione emotiva che costituisce l’impegno reciproco assunto dagli individui al fine di alimentare e realizzare i valori e gli obiettivi comuni. Vero è che siamo collegati H24, ma soli con un computer o con un telefonino . La società globalizzata tende all’isolamento della persona. Il calcio ha bisogno di essere ripensato, i tifosi devono essere coinvolti, responsabilizzati, occorre dar loro la possibilità di entrare nella vita delle società. La potenza del calcio, capace di abbattere le barriere culturali e sociali, va sfruttata per creare valori nella e con la comunità, attraverso progetti innovativi che vadano oltre le semplici iniziative di solidarietà, spesso con il solo obiettivo di pura comunicazione e per migliorare la reputazione della società stessa. Occorre sviluppare progetti di coesione sociale, di valorizzazione dei vivai, di educazione allo sport nelle scuole, creare collaborazioni con realtà non profit locali e collegarsi al contesto territoriale. Occorre, in sintesi, integrare la responsabilità etica dentro gli obiettivi della società sportiva, offrendo al contempo alle società strumenti di facilitazione di questi processi. Bisogna allenare i ragazzi a saper affrontare le difficoltà, perché possano risolverle. Si può rischiare nella vita, si può perdere ,ma si deve andare avanti ,rialzarsi e riprendere la corsa. L’errore non deve essere visto solo come qualcosa di negativo, ma anche di positivo. Sbagliare è progredire; la vita ,come la competizione, procede per problemi e per errori, ma alla fine la prestazione sarà migliore. Allenare i ragazzi a superare gli errori significa irrobustirli caratterialmente, in modo da renderli in grado di affrontare le inevitabili situazioni difficili che si presenteranno nella loro vita. Obiettivo di ogni sana educazione è far sì che i ragazzi acquisiscano quella forza interiore per rimettersi in gioco, per non lasciarsi andare alla disperazione. E’ necessario un nuovo patto tra le varie agenzie educative L’allenatore ed il genitore debbono stringere un’ alleanza educativa. Oggi la vera emergenza è questa. L’allenatore è vincente “ se educa”, contrariamente al passato quando si affermava che l’allenatore era vincente se privilegiava il primato dei risultati sulle esigenze della squadra, sulle esigenze degli allievi. Educare allo sport è educare alla lealtà, al fair play che è una regola non scritta in nessun regolamento, ma che sta alla base di ogni sport: è il rispetto dell’altro, compagno, allenatore o arbitro che sia, e si apprende nel gruppo. Educare allo sport è anche educare al sogno: il sogno, il pensiero più bello. Quanti genitori parlano con i loro figli dei loro sogni? Occorre ridare ai ragazzi il significato autentico della parola sogno. Il sogno non è territorio dell’impossibile, ma territorio del possibile e del lecito. Il minore va aiutato a “volare con ancore e zavorre”, altrimenti il rischio della frustrazione è molto grande. Lo sport ,e quindi anche il calcio, consente non solo di esprimere emozioni forti legate al successo e alla sconfitta , ma soprattutto di manifestare le proprie passioni all’interno di un gruppo , di inserirsi e crescere in un contesto sociale sano che ciascuno degli attori, giocatori, dirigenti, allenatori, tifosi ed arbitri, deve contribuire a costruire grazie al proprio impegno e al proprio sforzo personale. Questo è il calcio che vorrei e il mio impegno ,momento dopo momento , giorno dopo giorno, sarà tutto dedicato a costruire un patto tra tutti gli attori che la domenica vogliono offrire alle famiglie uno spettacolo bellissimo , senza ansia e timori che un gioco possa trasformarsi in rissa o peggio in tragedia. Alleniamoci allora ad essere persone imperfette perché ,se ci alleniamo alla perfezione, il suo mancato raggiungimento genererà ansia e frustrazione. Questa è la meta dove vorrei che andasse il calcio ed in particolare il calcio dilettantistico della Sicilia che, anche per quest’anno, ha raggiunto il negativo primato di regione con il più alto numero di aggressioni in campo agli arbitri. Io non posso fermarmi alla sola constatazione di questo primato negativo, ma attiverò incontri per confrontarci , per trovare strategie formative che rasserenino questo clima di sospetti continui ,spesso creati per giustificare scelte tecniche e strategie societarie sbagliate di cui non si ha il coraggio di assumersi le responsabilità. Tutto questo , però, da soli non possiamo riuscire a farlo ,abbiamo bisogno delle istituzioni a cui chiediamo di porre attenzione a questo mondo che trasmette valori come la solidarietà , la socializzazione , il rispetto delle regole , sostituendosi in questo alle stesse istituzioni. Non chiediamo soldi, ma strutture dove i nostri giovani , i nostri figli , i nostri nipoti possano fare sport in sicurezza, in ambienti sani per crescere e dare un contributo a questa martoriata terra che è la nostra e da cui non vogliamo andare via. Grazie. Fonte: lndsiclia.it 1. Comunicazione del Comitato Regionale
Il termine per le adesioni per la partecipazione alla 36^ Edizione del Torneo delle Madonie viene prorogato fino a Giovedì 21 maggio 2015. Si ricorda che le domande di iscrizione, sottoscritte dal legale rappresentante, dovranno essere corredate da: – dichiarazione della piena disponibilità di un campo di giuoco regolarmente recintato e delle misure minime di mt. 45 x mt. 90, rilasciata dal proprietario dell’impianto; – versamento della tassa complessiva di € 600,00 (euro seicento) salvo conguaglio per le spese arbitrali. Pubblicato in Palermo ed affisso all’albo del C.R. Sicilia il 15/5/2015 |
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Gennaio 2024
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