Michele Ferraro
Caltavuturo: Ianné (60' Brucato), Vazzano, Oddo, Romana, Piampiano, Ruggirello (63'Sciortino F.), Giuffré, Granata S. (45' Tripi A.), Granata F., Moro, Barberino (58' Sireci M.) panchina: Cangiamila, Tripi G., Andolina
Campofelice: Papa, Basilotta (27' Stornello), Ingrao, Bellante C. (86' Buttadauro), Dolce, Morici, Fricano, Bellante G., Agnello (58' Marsala), Di Cara, Porcello. panchina: Gagliano, Pedivellano, Ferrara.
Arbitro: Ramondino di Palermo. Assistenti: Gargano e Lambiase di Palermo.
Ammoniti: Basilotta, Romana, Vazzano
Marcatori: 8' Giuffrè (Caltavuturo), 13' Granata F. (Caltavuturo), 45' Porcello (Campofelice), 49' Bellante G. (Campofelice), 80' Di Cara (Campofelice).
Considerazioni a margine del Torneo (di Michele Ferraro)
Alla fine ha vinto la squadra più forte. Quella che nel corso del torneo ha giocato il calcio migliore, concreto ed al contempo spumeggiante. Basti ricordare che i due gol messi a segno nel primo tempo del sorprendente Caltavuturo, sono stati i primi a trafiggere la porta difesa da Papa che, per tutto il corso del Torneo non aveva conosciuto l'onta di dover raccogliere la palla dal fondo della rete. Nasce quindi sotto i migliori auspici la "nuova" Polisportiva dilettantistica Città di Campofelice, nata dalla fusione fra Aurora Rossa e Campofelice Calcio, proprio nei giorni in cui era in pieno svolgimento il Torneo delle Madonie.
Al Caltavuturo va senz'altro l'onore delle armi. Non era certo fra le favorite all'inizio del torneo, benchè la presenza di giocatori di riconosciuto valore quali Romana, Pianpiano e Granata, facessero dei biancoazzurri una squadra "scomoda" da affrontare. L'approdo in finale è arrivato un pò a sorpresa, prima infliggendo un sorprendente 4-1 al quotato Collesano e poi superando per 3-2 il Gangi nel campo neutro di Petralia Soprana.
Nella finalissima Romana e compagni hanno mostrato un grande carattere riuscendo ad andare in doppio vantaggio nel primo quarto d'ora della partita (prima con Giuffrè e poi con Granata). Ma alla lunga e venuta fuori la forza e l'organizzazione di gioco del Campofelice che, in definitiva, vince con pieno merito la finale, aggiudicandosi, dopo 30 anni di attesa, il ritorno del glorioso Torneo delle Madonie. Sugli scudi gli attaccanti Di Cara, autore del gol della vittoria, ed il giovane e guizzante Porcello.
L'organizzazione del torneo nel suo complesso ha mostrato qualche lacuna, com'è normale che sia dopo un così lungo periodo di assenza. Per la prossima edizione andranno riviste molte cose a partire dalle designazioni arbitrali che, con tutto il rispetto per giovani leve di buona volontà, sono sembrate spesso poco adeguate a delle partite cariche di agonismo come inevitabilmente sono tutti i derby, nelle Madonie come altrove. Da valutare anche l'opportunità di chiamare la terna arbitrale non solo per la finale ma anche per le semifinali ed i quarti di finale. Non hanno convinto alcune decisioni che, nel giusto tentativo di stigmatizzare episodi violenti, hanno punito più la società che i singoli protagonisti di qualche incandescenza.
Al netto di queste considerazioni va comunqe riconosciuto il dato più importante, ciò il successo di pubblico. Gli spalti madoniti si sono finalmente ripopolati e già questo è più che sufficiente per complimentarsi con chi ha voluto il ritorno dello storico torneo estivo, il presidente della Lega Morgana e l'instacabile Lillo Andolina, vera anima dell'evento sportivo.
Al presidente Morgana rivolgiamo una considerazione che parte proprio dal riscontrato successo di pubblico del 35° Torneo delle Madonie: non sarebbe il caso di prendere seriamente in considerazione l'opportunità di raccogliere in un unico girone tutte le compagini madonite che nella prossima stagione calcistica saranno impegnate in 1° categoria?
Si parla di 9-10 squadre che, in un periodo di crisi economica che non risparmia certo il calcio dilettantistico, potrebbero trarre un considerevole giovamento dall'evitare incomprensibili trasferte in giro per la Sicilia, anche a più di 200 km di distanza, come accaduto nella scorsa stagione. Se a ciò si aggiunge il dato riscontrato sopra, cioè il successo di pubblico che si ottiene in modo del tutto naturale se si mettono in competizione città e paesi limotrofi, non si capisce perchè prendere decisioni diverse, magari annunciando una cosa nel corso delle telefonate, che puntualmente arriveranno dalle prossime settimane ai presidenti ed ai direttori sportivi delle squadre madonite, per stimolare l'iscrizione ai tornei federali, per poi fare tutt'altro una volta ottenuta la preziosa quota.
Se il vero obiettivo del calcio dilettantistico è quello di esaltare la vera natura dello sport, risanando l'annoso deficit di pubblico e facendo tornare le famiglie negli spalti per la classica "festa domenicale", bhe, questo torneo delle Madonie ha dato un preciso suggerimento. Staremo a vedere.